Non posso unirmi al giubilo per la rielezione di Sergio Mattarella, per due motivi:
1. La democrazia vive nell’equilibrio dei poteri. La rielezione di un Presidente della Repubblica, per quanto non esplicitamente esclusa dalla Costituzione, altera sensibilmente quest’equilibrio.
2. La manifesta incapacità dimostrata dal Parlamento a trovare una personalità diversa ma altrettanto adeguata a quell’alta carica, è un’ulteriore scivolata nel degrado del sistema dei partiti. Quegli stessi partiti che considerano i cittadini incapaci di scegliersi i loro rappresentanti, e quindi ci obbligano a votare liste precostituite, quando si trovano a dover fare loro una scelta importantissima, non sanno altro che balbettare “Sergio salvaci tu!”
In ogni caso, poteva andare peggio.
Si poteva eleggere con motivazioni ancora più sordide e metodo ancora più discutibile un Presidente peggiore.
Se pensiamo alla lista delle candidature a cui abbiamo dovuto assistere — una lista che comincia con Silvio Berlusconi, un farabutto incallito, e termina con Pierferdinando Casini, una diafana nullità, possiamo dirci fortunati.
Quindi, nonostante tutto, auguri Presidente!