Una grande lingua e un piccolo potere

Targa tu e voi

Quand’ero giovane, uno degli episodi che si citavano per dimostrare quanto il fascismo, oltre ad essere stato un evento tragico, avesse anche lati di vera comicità, era la pretesa di sostituire il “lei”, come pronome di cortesia, con il “voi”.

Sostituzione che aveva comunque un qualche fondamento storico e culturale, poiché il “voi”, in italiano, si è sempre usato, ed in parecchi dialetti è l’unica forma ammessa. Ma faceva ridere che il Regime pretendesse di intervenire sulla lingua con apposito decreto ufficiale.

Ora un

Ora un Senato Accademico si è autonominato padrone della lingua italiana, ed ha varato, con voto quasi unanime, il decreto di sostituire il maschile con il femminile in una serie di situazioni, anche quando l’interessato sia un uomo. Cosa che, indipendentemente dalle motivazioni etico-politiche, è comunque un bell’esempio di delirio di onnipotenza.

si è autonominato padrone della lingua italiana, ed ha varato, con voto quasi unanime, il decreto di sostituire il maschile con il femminile in una serie di situazioni, anche quando l’interessato sia un uomo. Cosa che, indipendentemente dalle motivazioni etico-politiche, è comunque un bell’esempio di delirio di onnipotenza.

2 commenti su “Una grande lingua e un piccolo potere”

  1. Mi ricordo che una volta, stavo leggendo un giallo tradotto in italiano e non capivo perché Poirot desse del voi al suo amico il capitano Hasting. Mia cugina mi ha spiegato che la traduzione era dell’epoca fascista… Una mia prozia piemontese ha dovuto cambiare il suo cognome perché si scriveva con la Y e la Y non era una lettera italiana!

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