Questi sono i risultati delle elezioni tedesche del 24 settembre 2017, e questa è la composizione del Bundestag, che ora comprende 709 membri:
Lista | Voti % | Seggi | Seggi % |
---|---|---|---|
CDU/CSU | 32,9 | 246 | 34,7% |
SPD | 20,5 | 153 | 21,6% |
AfD | 12,6 | 94 | 13,3% |
Liberali | 10,7 | 80 | 11,3% |
Sinistra | 9,2 | 69 | 9,7% |
Verdi | 8,9 | 67 | 9,4% |
Altri | 5,0 | 0 | 0 |
(negli arrotondamenti si perde qualche frazione decimale)
La prima cosa che si nota è che la Germania non è un paese dove ci sono due forze, una vince, l’altra perde. Non lo è stato quasi mai in passato, non lo è soprattutto adesso. Non lo è più neanche l’Inghilterra, figuriamoci.
Se confrontiamo questi risultati con le precedenti elezioni federali, vediamo che:
- in un solo caso uno dei due partiti principali ha raggiunto, di poco, la maggioranza assoluta
- la somma dei due partiti maggiori, che negli anni del dopoguerra saliva progressivamente fino al 91,2% del 1976, tende a scendere già dall’inizio di questo secolo.
Anno | CDU/ CSU |
SPD | Somma |
---|---|---|---|
1949 | 31,0 | 29,2 | 60,2 |
1953 | 45,2 | 38,8 | 84,0 |
1957 | 50,2 | 31,8 | 82,0 |
1961 | 45,3 | 36,2 | 81,5 |
1965 | 47,6 | 39,9 | 87,5 |
1969 | 46,1 | 42,7 | 88,8 |
1972 | 45,8 | 44,9 | 90,7 |
1976 | 48,6 | 42,6 | 91,2 |
1980 | 44,5 | 42,9 | 87,4 |
1983 | 48,8 | 38,2 | 87,0 |
1987 | 44,3 | 37,0 | 81,3 |
1990 | 43,8 | 33,5 | 77,3 |
1994 | 41,4 | 36,4 | 77,8 |
1998 | 40,9 | 35,1 | 76,0 |
2002 | 38,5 | 38,5 | 77,0 |
2005 | 35,2 | 34,2 | 69,4 |
2009 | 33,8 | 23,0 | 56,8 |
2013 | 41,5 | 25,7 | 67,2 |
2017 | 32,9 | 20,5 | 53,4 |
In conclusione:
- Il risultato di queste elezioni in parte dipende da eventi congiunturali (il perdurare della crisi economica, il problema dei migranti), ma questi non fanno che accentuare una tendenza in atto già da tempo.
- La frammentazione politica è più forte che nelle precedenti elezioni, ma non ancora tale da impedire una coalizione.
Questi sono i fatti. Vediamo adesso qualche considerazione politica.
In base ai numeri, la soluzione più sensata sarebbe ancora una grande coalizione. Attualmente questa è esclusa dal deciso rifiuto espresso da Schultz. Sicuramente pesa la delusione per un risultato negativo, che per il leader è una pesante sconfitta personale. Ma il partito socialdemocratico è ancora il secondo della Germania, e la sua estinzione non è all’ordine del giorno, come sta capitando invece in Francia. Nessuno può prevedere quale potrà essere il futuro di una eventuale coalizione “giamaicana”. La politica della Germania diventerà sicuramente più incerta ed oscillante, e non è escluso che si debba ricorrere ad elezioni anticipate. Ma non è ancora la catastrofe.
L’affermazione della nuova destra radicale è un successo a metà. Il suo radicamento è prevalentemente nelle regioni dell’Est, che tra l’altro sono quelle meno toccate dalla crisi dei migranti. L’orientamento politico appare piuttosto variegato, va da atteggiamenti di forte conservatorismo ad esplicite nostalgie per il passato nazista. In ogni caso, l’AfD è isolata, e a meno di un avvicinamento con il centro moderato (cosa che per ora sembra esclusa) la sua azione dovrà limitarsi ad una rumorosa opposizione.
Fonti: https://de.wikipedia.org/wiki/Bundestagswahl e voci connesse.