Quanto costa la conoscenza?

Due interventi su it.economia.

Una storiella, con il seguito.

La storiella è di “Albion of Avalon”.

Una ditta ha un macchinario che non funziona e chiama un tecnico. Arriva il tecnico, osserva il macchinario per 1 ora. Poi prende il cacciavite, stringe una vite ed il macchinario riprende a funzionare. Fatto ciò presenta la fattura . 1.000 euro. Il titolare della ditta, che lo aveva osservato per tutto il tempo, si incazza come una iena e dice: “se lei vuole essere pagato mi deve giustificare perché io debba pagare 1.000 euro per un colpo di cacciavite”. Il tecnico gli risponde “il colpo di cacciavite è costato 1 euro. I rimanenti 999 euro sono per il fatto che so dove dare il colpo di cacciavite e lei no”.

Il nostro imprenditore mette la fattura nella cartella Spese per manutenzione, e ne parlerà la sera con gli amici. “Quel figlio di puttana… 1000 euro per un’ora di lavoro… però alla fine sono contento, è giusto pagare uno che sa lavorare, mi ha salvato da un bel guaio, chissà se avessi chiamato un incompetente a che punto sarei adesso…”

Non si chiede come fa quel tizio a saper risolvere i problemi. Aveva bisogno di quell’intervento, ha chiamato la persona giusta, per lui è finita lì.


Raccontiamo ora un’altra storia. In un altro paese, un piccolo imprenditore ha un problema con una macchina utensile, che gli è assolutamente indispensabile, e gli è costata un botto. Arriva nell’officina, e ci sono gli operai che ciondolano attorno alla macchina ferma, scuotono la testa, danno botte sperando che si rimetta a funzionare. Uno si avvicina con un attrezzo chiaramente improprio, comincia a ravanare a caso, il nostro amico deve tirarlo via di brutto prima che faccia un casino.

Va in ufficio, e cerca l’assistenza. Quel famoso omino di cui gli avevano parlato… Ma no, qui nessuno conosce un tizio simile. Chiama le officine specializzate, gli rispondono voci assonnate che chiaramente non capiscono di che cosa parla. Chiama l’assistenza della ditta che gli ha venduto la macchina, ma la producono dall’altra parte del mondo, la filiale locale è in mano a degli incompetenti.

Ah, ci fosse qui quell’omino! Ma non c’è.

A questo punto il nostro imprenditore comincia a farsi delle domande.

Quando le cose funzionano, nessuno si chiede perché funzionano. Funzionano, se non funzionano paghi uno perché te le faccia funzionare. Normale.

Ma se le cose non funzionano, e non c’è speranza che tornino a funzionare in tempo utile, allora uno comincia a chiedersi perché. Perché anche sventolando per strada 1000 euro non si trova nessuno capace di far funzionare quella macchina? Eppure in quel paese ci sono dei morti di fame che per molto meno ti venderebbero la moglie, la madre e tutta la famiglia, ma non c’è verso di trovare uno col cacciavite magico.

Ecco il grande paradosso. In un mondo dominato dal denaro, hai bisogno di qualcosa, ma non puoi averla neanche pagando.

Il nostro imprenditore, disperato, decide di andare a farsi una birra. Esce, si aggira per strade sporche, in mezzo a mucchi di spazzatura. Sono tutti morti di fame, ma tutti hanno la macchina, e guidano come dei dementi. Non rispettano nessuna regola, quando non riescono ad andare avanti – ed anche quando vanno avanti tranquillamente, suonano ostinatamente il clackson. In mezzo al traffico avanzano faticosamente i mezzi pubblici: emanano un fumo acre, mandano un penoso rumoraccio di ferraglia, sono molto mal ridotti, e non c’è nessuno che si occupi della manutenzione. Quando si guastano, e non è sufficiente dare qualche bottarella qua e là a caso per farli ripartire, vengono lasciati ad arrugginire nei cortili delle autorimesse.

Passa davanti ad una scuola elementare. Dalle finestre sente la maestra che pronuncia ad alta voce una frase dopo l’altra. Una scolaresca di forse 40 bambini ripete in coro le frasi della maestra. L’imprenditore guarda dalle finestre. L’aula è poverissima, anche se tenuta con una certa dignità. Una piccola lavagna, e qualche foglio di carta appeso alle pareti, con scritte e disegni infantili, come arredo didattico. I bambini non sembra che abbiano libri, al massimo, ma non tutti, un piccolo quadernetto, su cui scrivono a fatica con un mozzicone di matita. Il nostro imprenditore si allontana, seguito dal coro dei bambini che ripete le parole della maestra.

Il nostro imprenditore comincia a pensare che non sia un caso se nessuno sa riparargli la macchina. Se un paese ha una mentalità tecnologica diffusa, comportamenti razionali per educazione, una testa abituata ad affrontare i problemi, gente che si fa delle domande e si sforza di trovare una risposta, una scuola che offre stimoli e chiede iniziativa e comprensione, non saranno tutti geni, ma nel mucchio qualcuno che sa fare le cose salta fuori sempre.

Il nostro imprenditore pensa ai famosi 1000 euro. 1000 euro per una riparazione di un’ora, son tanti: ma son 1000 euro, non la fine del mondo. Visto e piaciuto, preso e pagato; ecco lì la macchina riparata, ed ecco qui la fattura.

Ma una società capace di produrre quegli omini col cacciavite, quanto costa?

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