La vittoria dell’Utopia

Le Utopie si realizzano sempre, e ogni volta che un’Utopia si realizza, l’umanità geme inorridita di fronte al mostro che essa stessa ha generato.

L’Utopia che da un terzo di secolo circola nel mondo ci parla dell’economia come di un sistema totalmente autonomo da ogni controllo, un sistema che non deve essere governato ma si affida totalmente ai meccanismi di autoregolazione del mercato. In quest’Utopia, la politica viene ridotta a un ruolo marginale, di gestione di spazi residui, sempre meno significativi, e tendenzialmente destinati all’estinzione. L’Utopia del mercato ha come corollario l’Utopia della non-politica (o dell’antipolitica, se preferite).

La vittoria finale dell’Utopia si è realizzata con le ultime elezioni politiche italiane: il suicidio definitivo della politica lascia una delle principali nazioni europee sotto l’arbitrio di forze economiche incontrollate.

Il risultato è un mostro perfetto, che non vede vincitori, ma solo sconfitti.

Chi si era candidato a governare l’Italia, ha perso, senza eccezioni. Quale fosse il suo progetto di governo, ormai non conta più. Conta che ha perso.

Berlusconi non è più in grado di governare l’Itala, ma è ancora in grado di impedire che chiunque altro lo faccia. È un classico delle tragedie famigliari: il fantasma della vecchia generazione che trasforma in un incubo la vita della nuova generazione, e fa di tutto per trascinarla con sé nella rovina.

Grillo non si è mai candidato a governare l’Italia. Si può pensare qualunque cosa di Beppe Grillo, ma un fatto è incontestabile: la maggioranza relativa dei voti validi in queste ultime elezioni si è espressa in favore di un non-partito guidato da un personaggio che non era neppure candidato alle elezioni. Non poteva esserci trionfo più clamoroso per l’Utopia della non-politica (o dell’antipolitica, se preferite).

(Naturalmente ogni Utopia vincente porta con sé, insieme ai suoi mali propri, tutti i mali che esistevano già da prima: la vittoria della non-politica ci costerà esattamente tanto quanto le precedenti vittorie della politica).

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