I senatori con la valigia


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La faccenda del nuovo Senato, che è veramente il pons asinorm della Riforma, non regge assolutamente sotto tutti i punti di vista.

In nome dell’“efficienza” e della “velocità”, l’articolo 70 è stato infarcito di termini perentori: “entro dieci giorni…” “entro quindici giorni…”

Ammesso che questi termini siano giustificati, presup­pongono un Senato di falchi con gli occhi acutissimi pronti a gettarsi alla preda, come i Minutemen della Rivoluzione Americana. Ma 74 consiglieri regionali più 21 sindaci, che dovrebbero occuparsi di tutt’altro, e lavorano da tutt’altra parte, ve li vedete? Entro 10 giorni devono decidere di riunirsi (chi li convoca? Il Presidente del Senato. Consigliere o sindaco pure lui?); lasciano a mezzo tutto quello che stanno facendo (immagino che qualche volta gli capiti anche di occuparsi di cose urgenti e importati, mica li han messi lì a scaldare la sedia); preparano la valigia; prenotano l’aereo o il treno; partono dal monte e dal piano per raggiungere la grande Babilonia; si sistemano in albergo; vanno in Senato e… “su, fammi vedere l’ordine del giorno…”

Ma gliela vogliamo lasciare una settimana di tempo per mettersi in ordine e cominciare a discutere con un minimo di cognizione di causa?

No. Paf, tempo scaduto. Grazie per aver giocato con noi.

Insomma, una totale dissennatezza.


E questa totale dissennatezza è stata messa in piedi per un banale fine propagandistico.

Anche mantenendo il sistema dell’elezione indiretta, bastava dire che i Consigli Regionali eleggono dei Senatori che fanno solo i Senatori. Non sindaci o consiglieri regionali. Senatori.

Ma bisognava pagarli.

Allora, solo per poter dire che su 3 milioni di dipendenti pubblici ce ne sono 100 che lavorano gratis – solo per quest’unico meschinissimo scopo propagandistico, si è messo in piedi un marchingegno complicatissimo che non potrà mai funzionare.

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