Il dramma della destra

Quanto vale la faccia di un candidato?

Di solito chi vuol far la figura della persona seria e pensosa, che non corre dietro al gossip, dice: la gente vota il programma. Poi però, chissà perché, ogni volta a sinistra si piange: “con dei candidati così non vinceremo mai”.

Allora: programma o candidato?

A destra non si sono mai fatti tutte queste seghe mentali. A destra votano L’Uomo. Da sempre. È questo uno dei motivi per cui la Destra è la Destra.

Però, quando vale quest’Uomo? Si può misurare il peso effettivo, in termini elettorali, di una Faccia? L’apporto che questa Faccia può dare ad un Programma?

Di solito è impossibile. Si fanno dei sondaggi, che alla fine si riducono a dei mini dèrbi: D’Alema o Vendola? Vendola o Berlusconi? Berlusconi o Fini? Che sembra il giochino scemo di Fazio: le arance o il caffè la mattina?

Be’, nel caso di Berlusconi abbiamo un dato un pochino più concreto.

C’è stata un’occasione in cui il popolo di Destra ha potuto votare il programma di Berlusconi senza la faccia di Berlusconi.

In occasione del referendum confermativo del 2006, è stata sottoposta al voto degli elettori la summa del pensiero politico berlusconiano, la realizzazione concreta del programma che vede uniti forzisti e leghisti: presidenzialismo più federalismo.

L’unica differenza rispetto alle altre votazioni, in cui questi temi erano presentati come programma di governo, era che non c’era il nome Berlusconi sulla scheda.

(Io ricordo mie colleghe, laureate, che dicevano: non so per cosa andiamo a votare.)

Risultato: la destra ha avuto il 39 per cento scarso.

Pochi mesi prima c’erano state le politiche, quando gli elettori di destra avevano votato quello stesso programma, più la faccia e il nome di Berlusconi. Quelle votazioni avevano dato un sostanziale pareggio.

Insomma, la matematica mi dice che la faccia e il nome di Berlusconi, aggiunti ad un programma, hanno un peso nell’ordine del dieci per cento circa.

Si noti che in questo caso la differenza non l’avevano fatta le televisioni; ma proprio solo quello che, inghiottendo litri di saliva, sono costretto a chiamare il “carisma”(*) di Berlusconi.

(Altro avvertimento: quanto ho detto sopra non vuol dire che alla sinistra tocchi automaticamente quel 61% di elettorato che ha detto No).

Qualcuno potrebbe anche dire che fa le politiche e il referendum c’è stata una notevole differenza di partecipazione, ma sta proprio qui la forza del “carisma”: portare a votare gli “impolitici”, quelli che quando non hanno una motivazione forte, di tipo emotivo, un qualche “Silvio salvaci tu”, un qualche scontro epocale tra il Bene e il Male, manco sanno che si va a votare. Come le mie colleghe laureate.

Ebbene, questo spiega il dramma della destra. Non c’è solo il mercato delle escort e dei senatori. C’è anche quello, certo. Ma il fatto è che ormai tutti si rendono conto che il Porco è cotto e stracotto, che fra deliri di onnipotenza e ossessioni persecutorie i momenti di lucidità sono sempre più rari e discontinui.

Però sanno anche fin troppo bene che in giro non c’è nessuno capace di prendere il suo posto. Non Gianfranco, uno che si presenta benino, che parla benino, ma in un paio di momenti decisivi ha fatto errori madornali, e comunica intorno a sé un’aria di incertezza e di pochezza che solo le cortine fumogene berlusconiane riuscivano a mascherare. Di sicuro non Bossi, troppo tribale per diventare il Negus Negesti: e Bossi è il primo a saperlo. E dietro Bossi e Fini c’è il vuoto. L’insulsa prosopopea di Tremonti; il trasformismo di qualche centinaio di saltafossi; e poi il vuoto pneumatico, gente che non passerebbe un provino da Maria De Filippi.

Insomma, ecco il tragico destino della destra: rimanere attaccata al miglior amico di Gheddafi

comme le forçat à la chaîne,
comme au jeu le joueur têtu,

comme à la bouteille l’ivrogne,

comme aux vermines la charogne,


tu n’es pas digne qu’on t’enlève

a ton esclavage maudit,
Imbécile! …


(*) Io sono ateo da sempre, ma ci sono parole che non riesco a pronunciare per un antico timore sacro. Da decenni non bestemmio la Madonna, per motivi più estetici che religiosi, sicuramente; ed anche associare il termine “Carisma” a quel turpe pupazzetto mi costa uno sforzo innaturale.
Se qualcuno mi sapesse indicare un termine diverso, gliene sarei infinitamente grato.

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