Testi digitali per la scuola #1

Premessa

Alcuni anni fa molti giornali si sono messi a regalare – o a vendere – insieme con le copie dei quotidiani, CD con materiali vari.

Questi CD si potevano dividere in due grandi categorie:

  1. semplici adattamenti a supporto digitale di opere già realizzate per la stampa (enciclopedie, collezioni di testi letterari di diversi autori ecc.)
  2. varia immondezza “multimediale” assolutamente priva di qualunque valore culturale.

Diciamo subito che dopo poco tempo la moda è passata, e quegli stessi giornali si sono messi a regalare – o a vendere – volumetti tradizionali su carta.

Questo dimostra una regola fondamentale. Quando cambia, in modo così radicale, lo strumento, cambia completamente tutto il procedimento di lavoro, ed anche la natura del prodotto. Non si può usare la catena di montaggio per fare canestri in vimini. Bisogna inventare un prodotto fatto apposta per uscire da una catena di montaggio. Se vuoi produrre canestri in vimini, devi farteli a mano, come si faceva una volta.


A cosa serve il PDF

La prima osservazione, quindi, è che un prodotto concepito per la stampa è bene che sia venduto su carta. Non ho ancora avuto il piacere di possedere un lettore di libri elettronici, ma dato che sono un feticista, penso che continuerò a preferire l’odore della carta stampata. In ogni caso, un lettore di libri elettronici non mi darà niente di più di quello che può darmi un libro stampato.

Questo dovrebbe anche porre un punto fermo sul problema del PDF. Il formato PDF, sia chiaro, è utilissimo; e ormai da parecchi anni è un formato aperto. Esistono moltissimi programmi di moltissime case, anche gratuiti, che permettono di realizzare e leggere PDF. Sul mio compiùter – non so sugli altri – la creazione dei PDF è sempre stata gestita direttamente dal sistema operativo. Se stampo un qualunque documento realizzato da qualunque programma, mi basta premere, nella finestrella che comanda la stampa, “Salva come PDF”, ed è fatta.

Non si sottolinea però a sufficienza che cos’è e a che cosa serve il PDF. Il PDF è essenzialmente un formato grafico. È vero che di solito contiene dei testi: ma i testi sono stati trasformati in immagini (immagini vettoriali, per la precisione). Il PDF è nato – ed è ancora adesso questa la principale applicazione – per gestire la stampa di documenti. Realizzo un documento (un volantino, una brosciùr, un libro) lo salvo come PDF, lo passo allo stampatore, e so che lui mi darà un pacco di carta con il documento esattamente come l’ho fatto io. Non ci deve più metter le mani. Non voglio che ci metta le mani. Una volta dovevo dirgli: l’ho fatto con XPress versione tale, l’ho fatto con quell’altro programma sul tale sistema operativo. Lui lo apriva e ci pasticciava dentro. Adesso non più.

Il PDF quindi è un documento non più modificabile, se non su aspetti marginali, e con grande difficoltà: perché è nato per non essere modificato.

Può anche essere visto su qualunque apparecchio elettronico, per esempio sullo schermo del mio compiùter; ed è esattamente quello che sembra: un libro (un manifesto ecc.) stampato, che però vedo sul monitor. Cambia lo strumento, però il tipo di fruizione rimane esattamente lo stesso. Una cosa di questo genere può, in certi casi, essere utilissima: dal punto di vista dei costi, del trasporto ecc. Non dal punto di vista dei contenuti o delle modalità di fruizione.

Naturalmente ogni strumento è in funzione del suo scopo specifico. Se mi servono dei dati che in qualche modo devo poter elaborare (per esempio, dei testi da modificare ecc.) il PDF non mi serve. È naturalmente possibile estrarre un testo da un PDF (se non c’è qualche barbatrucco che me lo impedisce: ma questi barbatrucchi dovrebbero essere proibiti per legge nel campo dell’editoria scolastica); non sempre l’operazione è agevole, soprattutto quando il documento ha un’impaginazione un po’ elaborata – a volte, basta un semplice testo su colonne per mettere i bastoni fra le ruote. È un po’ più complicato estrarre immagini. Non so per altri tipi di dati (basi di dati ecc.) ma credo che sia meglio lasciar perdere.

In una parola il PDF, come formato elettronico, può servire quando ho bisogno di avere esattamente le stesse cose che mi dava il libro tradizionale. Leggi da pagina tale a pagina tale. Niente di più, e niente di meno.


Ah, dimenticavo. I CD venduti – o regalati – insieme ai giornali, avevano anche un difetto fondamentale. In genere, per leggerli si doveva usare un programma, che era vincolato ad un particolare sistema operativo. Anche solo per sfogliare le pagine di un romanzo.

Devo avere ancora da qualche parte un vecchissimo CD prodotto dalla rivista Le Scienze, sull’origine dell’uomo. Sicuramente il più bel prodotto multimediale che abbia mai visto. Molto approfondito dal punto di vista scientifico, efficacissimo come presentazione. Un vero ipertesto multimediale – niente a che vedere con le ciarlatanate che si sono viste in giro in seguito.

Era progettato per funzionare con Windows 3.1. Funzionava anche con Windows 95, poi non l’ho mai più provato. Se mi interessa ancora la storia dell’origine dell’uomo, ho le mie brave annate delle Scienze ammucchiate su un canterano nel corridoio.


Dimenticavo ancora: spesso capita di trovare dei PDF che sembrano dei testi, in realtà sono semplici fotografie di una pagina stampata. Il testo compare come immagine raster. In genere, sono testi stampati passati allo scanner e distribuiti così, grezzi. In questo caso estrarre il testo è un lavoraccio. Io in questo momento sono impegnato a tirare fuori il testo da un librone in sei volumi realizzato in questo modo. Dal PDF devo estrarre le singole pagine come immagini, raddrizzarle un po’ (se si fanno alla veloce fotocopie di un volume un po’ spessotto, le colonne di testo solitamente vengono storte, una di qua, una di là), elaborarle con un programma OCR, correggere parola per parola. Un lavoro di questo genere, naturalmente, è impensabile per materiale didattico.

Segue

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