Ripartire dal quel 61,3%

Una delle cose più stupefacenti del nostro paese, è che perfino quando si parla di Riforme istituzionali, si ha l’impressione di vivere in un mondo virtuale.

Si parla della Grande Riforma, come se fosse qualcosa di collocato in un imprecisato futuro.

Invece la Grande Riforma c’è già stata, in un passato neanche tanto lontano. Approvata dal Parlamento e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005, è stata sottoposta al voto dei cittadini il 25 e 26 giugno 2006, ottenendo un bel 61,3% di NO.

Un 61,3% di cittadini, che non sono andati a votare per questo o quel partito, per questo o quel lìder, ma per la nostra Costituzione repubblicana.

È stupefacente che questo fatto, che sicuramente nei decenni futuri (quando si uscirà dalla Realtà Virtuale, e si tornerà alla Realtà Reale) sarà ricordato come uno dei pasaggi decisivi di questa fase della storia d’Italia, sia stato completamente dimenticato.

È una colpa imperdonabile degli attuali dirigenti delle forze di (centro)-sinistra, che non abbiano il coraggio, la lungimiranza, la lucidità di dire con forza che è a quel 61,3% di cittadini italiani che bisogna dare una prospettiva per il futuro.

Un futuro, in primo luogo, democratico e repubblicano.

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