Due eventi in Europa

Parlamento Europeo

1. Il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che conferma la volontà di sostenere l’Ukraina, che sollecita l’autorizzazione al paese aggredito a colpire basi militari nel territorio del paese aggressore, che condanna la scelta del Presidente di turno dell’Unione di presentare proposte per la risoluzione del conflitto senza il sostegno dalla stragrande maggioranza dell’istituzione che lui dovrebbe rappresentare.

Si tratta di una risoluzione di indirizzo, diciamo pure, di schieramento, di grande importanza, ed è stata una buona idea tenerla al di fuori dei dibattiti e dei mercanteggiamenti sulla costituzione della nuova Commissione.

La risoluzione è stata approvata a larghissima maggioranza: 495 voti favorevoli (73%), 137 contrari (20%), 47 astenuti (7%). Al mondo è ora chiaro che questa è la posizione dell’Europa, votata da un Parlamento appena eletto democraticamente dai cittadini europei.

2. A capo della Commissione è stata rieletta Ursola von der Leyen, anche qui con una maggioranza, minore della precedente, ma in ogni caso sicura: 401 favorevoli (57%), 284 contrari (40%), 22 tra schede bianche e nulle (3%).

La famosa virata a destra dell’Europa non c’è stata, le tendenze variamente sovraniste, per quanto visibilmente cresciute, si sono chiuse da sé in un ghetto.

C’è qui da dire che Giorgia Meloni non ha ottenuto molto. Forte del risultato elettorale, sperava di essere l’ago della bilancia in un difficile equilibrio tra forze che non sempre si amano e soprattutto poco si fidano. Ma ha tenuto un po’ troppo i piedi in due scarpe: in Europa ha cercato di costruirsi l’immagine di leader di una destra responsabile e matura capace di dialogare con il centro; dall’altra, è rimasta il capo di una coalizione di governo troppo legata alle forze che hanno eletto il generale Vannacci e che dialogano con l’estremismo lepenista.

Non è stata sicuramente una buona idea chiedere il Commissario alla Concorrenza per l’Italia, un paese che proprio su questi tempi conta una lunghissima serie di richiami e procedimenti di infrazione. Una mossa che dava l’impressione sgradevole di voler utilizzare le istituzioni europee per coltivare i propri orticelli elettorali, a partire dai balneari.

Dunque, la nuova legislatura europea comincia nel segno della continuità, e della riconferma di un asse che va dai popolari ai verdi.

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