Non c’è niente come l’ideologia capace di ottundere l’intelligenza anche di persone di grande valore.
Il ministro Fornero, sulla cui competenza tecnica non sono in grado di fare rilievi, si è lasciata andare a dichiarazioni che dimostrano solo il suo livore verso una realtà che non si adatta a piegarsi alla sua ideologia. I risultati sono stati disastrosi.
Non si può parlare di “caramelle” a proposito di cittadini che, dopo una vita di lavoro, hanno sottoscritto un accordo con l’azienda e l’ente pubblico in base alle norme vigenti in quel momento, e che ora, in seguito al cambiamento delle norme, hanno la prospettiva di rimanere per anni senza lavoro e senza pensione. Chi occupa quel posto deve misurare le parole. Si tratta di elementare sensibilità istituzionale. Se si è fatto un errore, si corregga, senza ostinarsi in una diabolica perseveranza.
Solo furore ideologico può spiegare espressioni come «è impensabile … che in una società come la nostra … si possano iniziare e concludere carriere, da 17 a 57 anni, sempre nella stessa realtà aziendale». Ma chi gliel’ha detto?
Quando l’Italia era una grande potenza industriale, esistevano grandi aziende, che si facevano vanto di avere un personale stabile, e questo non per graziosa concessione, ma perché consideravano il legame tra i lavoratori e l’azienda una garanzia su cui poter contare per uno sviluppo costante. A Torino, gli “Anziani Fiat” erano un’istituzione, un po’ patetica e paternalistica, ma che esprimeva l’identità di una grande forza produttiva, non certo di una “cittadella del privilegio”.
Oggi, e lo vediamo benissimo, nel clima di smobilitazione che domina il nostro sistema economico, tutto questo non è più possibile. Ma questo è il problema, non è la soluzione. Ed un “tecnico” non può permettersi di confondere le due cose.
La storia della cultura moderna è piena di esempi di ideologie che per un certo tempo si sono spacciate per verità “scientifiche”. Tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900 il “darwinismo sociale” e la “scienza delle razze umane” hanno giustificato immani e disumani disastri. È necessario che oggi siano in primo luogo gli uomini di cultura e di scienza ad opporsi alle pretese di questa sorta di “darwinismo economico” che si chiama “liberismo”, e che pretende di essere “scienza”, quando è solo una rovinosa ideologia.
Sono completamente d’accordo. Purtroppo sto iniziando solo ora a interessarmi alla politica (ho sedici anni), quindi sono altamente ignorante in merito (e per questo non riesco a esprimere un’opinione su quest’argomento). Penso, però, che sia comunque utile far sapere a chi scrive che esistono persone che leggono e apprezzano il loro lavoro.