Pomigliano

Il referendum a Pomigliano non serviva a ratificare un accordo sindacale. Non era neanche un vero referendum.

Un vero referendum si vince con il 51%. O sì, o no. Fine della discussione.

Il referendum di Pomigliano doveva dimostrare che in Italia non esiste più la classe operaia. Esistono gli operai, sì, ma non esiste la classe operaia.

Gli operai del Nord sono degli zombie in camicia verde che amano il padrone e odiano gli zingari.

Gli operai del Sud sono dei cafoni con il cappello in mano, disposti a qualunque umiliazione per un posto di lavoro.

La sinistra in Italia è formata da pochi irriducibili intellettuali, che non hanno più nessun contatto con la realtà.

Questo si voleva dimostrare. E per dimostrare questo, occorreva una maggioranza bulgara. Non bastava il 51%. Non è bastato neanche il 62%. Bisognava dimostrare che il no non esiste

Ecco perché un referendum vinto con una maggioranza di quasi due terzi per loro è una sconfitta. Perché è stato un vero referendum. Perché la gente ha potuto scegliere, e ha scelto.

Se qualcuno avesse chiesto il mio parere prima, avrei detto che era meglio non andare a votare. Non si volta per l’abolizione dei diritti costituzionali.

Mi sarei sbagliato.

È bene che siano andati a votare. È bene che siano stati sconfitti, ma sconfitti in un vero referendum, in una vera consultazione democratica.

Quindi, onore agli operai di Pomigliano. Anche a quelli che hanno votato Sì. Hanno dimostrato che in Italia esiste ancora una classe operaia pensante, esiste ancora una sinistra, esiste ancora una possibilità di democrazia.

1 commento su “Pomigliano”

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