Gianfranco Fini, l’antisemitismo, la Chiesa cattolica

Ho un ricordo vago, risale alla scuola elementare (quindi fine anni ’50). Un prete ci faceva vedere delle filmine di argomento religioso. Mi sono rimasti impressi due fotogrammi.

Il primo mostrava l’immagine della morte, il teschio con le tibie, (il peccato mortale) rafforzata da un cerchio nero. Ecco cosa succede se in confessione tieni nascosto un peccato! E ogni volta che ti confessi ma taci quel peccato, si aggiunge un cerchio nero!

Un’altra mostrava un ragazzino seminudo, crocifisso al muro, con due uomini dal naso adunco e una lunga palandrana nera che gli mettevano il Crocifisso davanti al volto. “Sputa sul tuo Dio, altrimenti morirai come lui!” Ma l’eroico fanciullo ha preferito morire per mano dei due Giudei piuttosto che rinnegare Cristo.

Gianfranco Fini è più giovane di me di quattro anni. Non so se ha visto le stesse filmine.

Ma se le ha viste, evidentemente non le ha dimenticate.


“Filmine”, nel linguaggio dell’epoca, erano delle sottili strisce di celluloide, con foto o disegni da proiettarsi su uno schermo. In altre parole, delle diapositive non intelaiate.

Il multimediale, insomma.

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