16 Luglio 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Storie di parole italiane

Obliterare e obliteratrice derivano da oblio?

Daniele A. Gewurz scrive:

Dal punto di vista strettamente etimologico le due parole non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra:

  1. Obliterare: dal latino ob-literare, composto da ob (qui con un senso di allontanamento) e lit(t)era («lettera»), quindi «togliere le lettere». [Giacomo Devoto, Avviamento alla etimologia italiana, pag. 287, colonna 1]
  2. Oblio: deverbale da obliare, ripreso dal francese antico oblier (franc. moderno oublier), a sua volta dal latino volgare *oblitare per il classico oblivisci (part. perfetto oblitus). Si tratta di un composto di ob (vedi sopra) con il verbo *livere («cancellare»), risultante da un ampliamento in -w- della radice indeuropea LEI-, presente anche nelle aree greca e germanica ed anche nel latino levis («liscio»). [Giacomo Devoto, op. cit., pag. 286, colonna 2]

Se un’affinità tra i due termini esiste, questa è solo semantica: entrambi possono infatti essere intesi come «cancellare», «raschiare via» (nel primo caso da una pagina e nel secondo dalla memoria).

Si noti anche che obliterare in latino (e oblitérer in francese) hanno anche il significato di «ostruire» (in francese è un termine medico usato per l’ostruzione di un’arteria o comunque di un vaso sanguigno).

Alcuni hanno ipotizzato che alla base dell’italiano oblìo ci sia direttamente l’astratto latino oblivio, -onis (oblivione è un termine aulico). In questo caso si tratterebbe di una rara derivazione da un nominativo latino (come in uomo < lat. homo [nom.] e moglie < lat. mulier [nom.; dall’accusativo mulierem è derivato mogliera].


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