13 Ottobre 2000    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Alessandro Manzoni sapeva scrivere in italiano?

La gente sono

Mariuccia Ruta ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:

Aldo Gabrielli definisce «arditissimo» l’esempio del Manzoni:
Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d’andare a metter su casa altrove.

Leggiamo il passo per intero:

E giacché vossignoria illustrissima mi dà tanto coraggio, sì signore, che ho un espediente da suggerirle, il quale forse non le dispiacerà. Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d’andare a metter su casa altrove, e di vender quel poco che hanno al sole qui: una vignetta il giovine, di nove o dieci pertiche, salvo il vero, ma trasandata affatto: bisogna far conto del terreno, nient’altro; di più una casuccia lui, e un’altra la sposa: due topaie, veda. Un signore come vossignoria non può sapere come la vada per i poveri, quando voglion disfarsi del loro.
(Promessi Sposi, XXXVIII)

Qui il nostro curato parlando di «buona gente» ha in mente due persone ben precise, Renzo Tramaglino e Lucia, non più per molto, Mondella; non è una generica «ggente», alla quale, da buon gregge che va dietro ad una stessa testa, ben s’addice il singolare, sì come ad un solo gran corpaccio dalle molte zampe. Invece i nostri sposi sono due teste, e che teste! a modo loro, ben dure, l’una e l’altra; quindi non solo è lecito, ma opportuno il plurale.


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