Claudia Arrigucci ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:
Questa sera il correttore di bozze del mio giornale mi incrocia in corridoio e dice: «Volevo dirti che anche se lo dicono sempre in televisione, non si scrive l’anno passato, la passata edizione, ma l’anno scorso e la scorsa edizione. Passato/a si dice solo in due casi: il passato di verdura e il cane sentì la passata della lepre».
Povero Manzoni! Si vede che ha guardato un po’ troppo la televisione anche lui!
Anno
- «il 15 d’ottobre 1627! Sicuro; è dell’anno passato: grida fresca; son quelle che fanno più paura. Sapete leggere, figliuolo?» (III)
- «Tu hai un debito di venticinque lire col signor curato, per fitto del suo campo, che lavoravi, l’anno passato.» (VI)
- Chi sa, andava meditando, se trovo da far bene? se c’è lavoro, come negli anni passati? (XVII)
- E dirò anche che non ci pensava se non proprio quando non poteva far di meno. Eran distrazioni queste; il gran lavoro della sua mente era di riandare la storia di que’ tristi anni passati [...] (XXXVII)
Notte
- [...] stando, dico, a speculare tra sé sui misteri della notte passata, e sulla ragion composta di ciò che gli toccasse a fare [...] (VIII)
Domenica
- «Eccome! si figuri che, solamente nella mia cura, domenica passata, cinquanta denunzie.» (XXXVIII)
Secolo
- A vedere i progetti che passavan per quella mente, le riflessioni, l’immaginazioni; a sentire i pro e i contro, per l’agricoltura e per l’industria, era come se ci si fossero incontrate due accademie del secolo passato. (XXXVIII)