Senza pretendere di chiudere la questione, ho dato un’occhiata ai Promessi Sposi, dove ho trovato solo esempi con (in)capace di:
- [...] persone ch’egli conosceva ben bene per incapaci di far male [...] (I)
- Dopo molte maraviglie, perché nessuno l’avrebbe creduta capace di ciò, e dopo molti discorsi, si concluse che doveva essere andata lontano, lontano. (X)
- Se vede armi, è capace di morir davvero. (XX)
- [...] non si stimava abbastanza degno né capace di cosí alto e pericoloso servizio. (XXII)
- Cure, che potrebbero forse indur concetto d’una virtù gretta, misera, angustiosa, d’una mente impaniata nelle minuzie, e incapace di disegni elevati (XXII)
- [...] non ci mettevano tutto il sentimento di che sarebbero stati capaci (XXV)
- Mi scusi, ma non è capace che d’impedire. (XXIX)
- [...] le menti erano ancor capaci di dubitare, d’esaminare, d’intendere. (XXXI)
- [...] se ne piantò un nuovo, tutto di capanne, cinto da un semplice assito, e capace di contener quattromila persone. (XXXII)
- [...] tutta, per dir cosí, quella poca risoluzione di cui eran capaci, l’impiegarono a cercar di questi untori. (XXXII)
- [...] di far del male veramente, non è capace (XXXVIII)
Capace a credo che venga da analogia con buono a, che nella lingua letteraria si usa per lo più nell’espressione «buono a nulla».