Marco Margottini; ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:
ho cercato invano su alcune grammatiche l’esattezza o meno dell’altr’anno e non l’ho trovate. Io lo scrivo e lo faccio scrivere così. Che dite indovino?
Se il problema è il doppio apostrofo, con una rapida ricerca ho trovato, nel romanzetto de’ Promessi Sposi, questi due esempi:
- Dalla piazza de’ mercanti, la marmaglia insaccò, per quell’altr’arco, nella via de’ fustagnai, e di lì si sparpagliò nel Cordusio. (XII)
- Ora, convertito l’edifizio a tutt’altr’uso, i vani delle facciate son murati; ma l’antica ossatura, rimasta intatta, indica chiaramente l’antico stato, e l’antica destinazione di quello. (XXXVI)
"Roger" ha aggiunto:
Era costui in quella casa, forse da quarant’anni, cioè prima che nascesse don Rodrigo; entratovi al servizio del padre, il quale era stato tutt’un’altra cosa. (Cap. 6)
Si potrebbe fare di più?
Paolo Bonardi dalle Orbite Venusiane e Siderali ha proposto
Il vino d’un’altr’annata.
È cominciata allora la caccia ad altri possibili esempi di apostrofi multipli; non la riporterò, per non togliere al lettore il piacere di una ricerca personale. Io mi sono limitato a ricordare il petrarchesco
fior’, frondi, herbe, ombre, antri, onde, aure soavi
(rvf 303)
da leggersi come se fosse:
fior’, frond’herb’ombr’antr’ond’aure soavi
che t’annoda e ti snoda la lingua, mentre le mani sono impegnate a contare tutte le undici dita.
Da notare: l’unico apostrofo segnato nel testo è quello che non è seguito da vocale.