2 Giugno 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Storie di parole italiane

Che casino!

Qui c’è un gran casino

oppure:

che bello! facciamo casino

e perché no:

Ti voglio un casino di bene

Invecchiando si perde molto, ma si acquista qualcosa che non c’è altro modo di procacciarsi: il senso del trascorrere del tempo.

Io appartengo ad una generazione che ha fatto le medie in pantaloni corti, camicia e cravatta; e il liceo in pantaloni lunghi, camicia e cravatta. Certe parole, tra cui casino, non erano assolutamente pronunciabili in pubblico; le ragazze della compagnia (rigorosamente in grembiule nero sopra il tailleur) avrebbero sicuramente storto la bocca disgustate.

Nella primavera del 1968 per la prima volta vidi una ragazza che, fumando una sigaretta, diceva cazzo. La cosa mi colpì profondamente: capii allora che era in atto una vera rivoluzione.

Roba da ridere. Adesso le bambine dell’asilo dicono minchia con la stessa disinvoltura e frequenza con cui masticano gomma, ed è diventato difficile far convinti i nostri giovani che un tempo casino era una parolaccia.

Copio e incollo dal DISC:

casino sostantivo m.
  1. Casa signorile di campagna, usata per la caccia e lo svago
  2. Edificio o ambienti dove un tempo aveva sede un circolo o un’associazione di carattere privato frequentati per lo più dall’alta borghesia e dagli aristocratici: c. di lettura, dei nobili
  3. pop. Casa chiusa, postribolo ~ fig. chiasso, confusione: fare c.; sfuriata, scenata, finimondo: piantare un c.

E. deriv. di casa con -ino sec. XVI

Ricorre frequentemente nel Verga l’espressione: «il casino dei nobili», per indicare quello che all’estero si chiama(va) il club. E che si fa in un casino per non annoiarsi? Si mangia, si beve, si gioca d’azzardo, si frequentano donne. Di qui il duplice significato moderno:

  1. casino (alla francese, con l’accento sulla o), luogo dove si gioca d’azzardo;
  2. casino (all’italiana, con l’accento sulla i), bordello.

Poiché entrambe le attività sono spesso alquanto rumorose, soprattutto nei casini (e nei casinò) frequentati dalla vile plebe, deriva l’uso moderno di casino nel senso di «rumore, chiasso». Che è una brutta cosa lo stesso (peggio sicuramente del frequentare donne; che lo si faccia, ma senza obbligare gli altri a tapparsi le orecchie).

Lo stesso spostamento di significato in bordello:

per farsi notare
fa tanto bordello
un Re Travicello?
                  G. Giusti

In piemontese bordel, nel senso di «rumore, confusione», già dalle vecchie generazioni veniva avvertito come parola poco fine, ma non oscena.


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