In sillaba accentata aperta (cioè terminante per vocale), le vocali latine e breve ed o breve hanno dato rispettivamente i dittonghi ie ed uo (con e ed o aperte):
venit (presente) > viene
(ma venit perfetto con e lunga > venne)
moveo > muovo
Negli altri casi, quando cioè la vocale non è accentata, oppure la sillaba termina per consonante, invece del dittongo abbiano le vocali semplici e aperta ed o aperta:
veniebat > veniva
coctum > cotto
Di qui l’alternanza che prende il nome di «dittongo mobile». Altri esempi, che prendo dal Serianni:
può - potete
muore - morire
ruota - rotella
piede - pedata
tiene - tengo
siedo - sediamo
L’area d’origine di questo fenomeno pare sia la Toscana, intorno al X secolo.
In realtà l’applicazione di questa regola è abbastanza irregolare, fin dall’italiano antico. Il Rohlfs cita parecchie parole in cui prevale l’influsso colto del latino: regola, secolo, decimo ecc.; mentre restano senza spiegazione pecora, lepre, e la forma mele per miele diffusa in molte zone della Toscana. (Seguono molti esempi dagli autori del XIV secolo che non riporto).
Oggi nella maggior parte dei casi le forme dittongate o non dittongate appaiono fissate. Più nessuno dice sonare, tonò, riscoterà, moveva, novissimo,
Venite a noi parlar, s’altri nol niega! (Inf. V, 81).
L’antica alternanza di niego - negare, lievo - levare rimane però in alcune forme contemporanee, come diniego, sollievo.