24 Agosto 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

La lingua alla moda

Un ragazzo di trent’anni

1. Su sci.lang tempo fa comparivano messaggi bilingui da parte di

un ragazzo di 33 anni / a young 33 y.o. boy

che offriva i suoi servizi come traduttore. A questi messaggi seguivano inevitabili repliche: scocciate, perché su un gruppo di discussione non si offrono servizi a pagamento; divertite, perché stupiva che uno a trentatré anni si dichiarasse ancora «boy».
Effettivamente quest’uso del termine ragazzo sembra tipicamente italiano (cosa che tra l’altro non depone a favore della competenza professionale di quel traduttore).

Nella non sempre precisa terminologia delle età dell’uomo, per ragazzo s’intende solitamente un «giovane non tenerello» (Tommaseo), quindi dovrebbe venire subito prima dell’adulto. Ma quando termina questa condizione? In altre parole, a che età un giovane diventa persona responsabile e capace di dare un proprio contributo alla società in cui vive?

Per gli Ebrei, le femmine diventano adulte a dodici anni, i maschi a tredici.
Secondo la società agricolo-patriarcale, che in Italia è definitivamente scomparsa con il ’68, questo avveniva in un arco di tempo variabile tra la pubertà e (al massimo) i ventun anni. L’età adulta poteva essere segnata da diversi eventi, tutti in ogni caso estremamente importanti: il primo lavoro, il matrimonio, l’esame di maturità, il servizio militare (questi due ultimi istituti sopravvivono tuttora, ma hanno completamente perso il loro carattere di rito di passaggio).
Secondo le Mamme d’Italia, mai: anche a trent’anni e oltre, sono tutti dei bravi ragazzi, che se mai si sono lasciati trascinare dalle cattive compagnie.

La prima spiegazione di quest’uso linguistico conferma un clamoroso dato di costume. L’appiccicosissima Famiglia italiana impedisce lungamente ai giovani maschi di raggiungere la piena virilità ed emancipazione - costume nel quale i nostri ragazzi di trenta e più anni sguazzano giovialmente.

2. Ma un altro dato è interessante. Al dilagare del termine ragazzo corrisponde la quasi totale scomparsa del sostantivo giovane. È vero che nessuno sfugge alla «moda giovane» ed alla «musica giovane», e che «i giovani» sono il gruppo trainante della «gente» televisiva. Ma nessuno direbbe, al singolare «ho visto un giovane», «stasera viene da me un giovane»; sempre: «un ragazzo». Perché?

Le professoresse di latino potranno chiosare che in latino iuvenis viene da iuvare, e i giovani d’oggi, mi sapete dire a che cosa giovano?

Ma qui sicuramente più del latino conta l’inglese, o per lo meno l’inglese provincialotto dei nostri giovani («OK-non c’è problema»). Al singolare il giovane è il boy friend (ma sarà poi vero che in inglese si dice così?). In una parola: i nostri giovani sfuggono alle mani della Mamma solo per cadere in quelle della girl friend (che non è però la Fidanzata: e chi ha mai parlato di sposarsi? Sono ancora così giovani...)

3. «Ragazzo, spazzola!» Ah, i barbieri di una volta! I calendarietti profumati! Il ragazzo di bottega!
In moltissime lingue, antiche e moderne, il termine corrispondente al nostro ragazzo indica colui che non può raggiungere, neanche da vecchio, l’emancipazione, a causa della sua condizione servile: fr. garçon, lat. puer, gr. pâis, di nuovo ingl. boy (e maiden)... Così l’arabo raqquas «messaggero, corriere», entra nell’italiano del XV sec. come ragazzo, appunto nel significato di «commesso, servitorello, ragazzo di bottega».

Che spasso: un popolo di garzoni attempati, di fattorini avvizziti che indossano la moda giovane e ballano al ritmo della musica giovane! Mai adulti, mai liberi, mai padroni di sé! È il trionfo delle Mamme d’Italia.


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Due pesi e due misure [Aggiornamento]

Basta seguire l’uso corrente per notare come l’età dei nostri «ragazzi» continui a salire, fino a veder apparire all’orizzonte il pensionamento.

Un caso singolare è stato segnalato oggi (giovedì 9 agosto 2007) da "felix":

Da Libero on line.
Lo accoltellano per rubargli il cellulare:
Un ragazzo di soli 23 anni è stato accoltellato all’addome da due balordi che volevano portargli via il telefonino. Erano circa le 2 di ieri mattina...

Da Libero alcuni giorni fa (non trovo l’articolo)

L’uomo, un rumeno di 22 anni, a volto coperto...
9 Agosto 2007

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