1º Febbraio 1998    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Questioni di grammatica italiana

Quando si usa lui al posto di egli come soggetto?

In italiano i pronomi personali si dividono in diverse categorie:

  1. Vi è la differenza tra pronome soggetto e pronome complemento:

    Questa distinzione deriva direttamente dal latino, che segnava con i casi le diverse funzioni delle parole nella frase.

  2. Vi è poi a differenza tra forma forte e forma debole:

    Questa distinzione, che si basa sulla posizione della parola nella frase, e non sulla sua funzione sintattica, al latino era sconosciuta, ed è tipica delle moderne lingue romanze; si trova quasi identica in francese.

Si tratta quindi di due logiche completamente diverse, che spesso nella lingua italiana entrano in collisione. Non mi dilungo su questo punto, di cui ho già parlato a proposito di gli al posto di loro complemento di termine plurale.

Nel caso del pronome personale di terza persona, al soggetto di forma debole egli si contrappone lui, che è contemporaneamente:

  1. complemento oggetto
  2. soggetto di forma forte

Basta, vediamo che cosa diceva più di cent’anni fa uno che la sapeva lunga, il Fornaciari, al capitolo VI della sua Sintassi:

§ 1. PRONOMI SOSTANTIVI ED AGGETTIVI. Dei pronomi alcuni sono sempre sostantivi, come tutti esclusivamente personali; p. es. io, tu, egli, colui, altri, chi ecc. e certi altri comuni alle cose ed alle persone, come, ognuno, qualcuno ecc. I più sono aggettivi, ma si adoprano spesso come sostantivi, riferendoli cioè ad un sostantivo espresso o sottinteso, tali sono quasi tutti quelli che possono significare cosa, p. es. questo, quello, alcuno, quale ecc. ecc.
I pronomi aggettivi, quando fanno da sostantivi, servono a indicare una cosa o persona poco avanti nominata o da dirsi subito dopo, tenendo le veci del nome, com’è proprio del pronome; p. es. ho veduto un libro, ma quello non era il mio: ti dirò questo, che ecc.,

§ 2. PRONOMI USATI ASSOLUTAMENTE. Molti di essi, usati assolutamente nella loro forma maschile, pigliano senso personale; come uno, alcuno, nessuno, veruno che equivalgono ad un uomo, alcun uomo ecc. presa la voce uomo in senso generale di persona umana. Nel plurale ciò avviene anche pei pronomi quantitativi puri: pochi, parecchi, molti, tutti, che lasciano sottintendere la vóce uomini: molti vogliono parere, ma pochi sono virtuosi ecc.

§ 3. PRONOMI IN SENSO NEUTRO. I pronomi aggettivi si usano anche in senso astratto o neutro, riferiti a un oggetto indeterminato, che può rendersi col nome cosa sing. o plurale; p. es. questo, quello, per questa cosa, quella cosa, ovvero queste cose, quelle cose ecc. il mio, il tuo, cioè, le cose mie, le cose tue ecc.
Talora la forma femminile del pronome, lasciando sottintendere il nome cosa o altro più speciale, assume il medesimo senso neutro; p. es. questa è bella! quella è curiosa! L’è giusta ecc. Le dice grosse.
Discorrendo dei varii pronomi in particolare spiegheremo meglio queste proprietà che qui accenniamo solamente, e ne daremo esempii. Cominciamo dai Pronomi personali puri.

§ 4. PRONOMI PERSONALI PURI. VARIE FORME. I pronomi personali puri (vedi Gramm., P. Il, cap. xi, 4) hanno nel singolare, e talora anco nel plurale, una forma che fa da soggetto (soggettiva) ed una forma che fa da oggetto (oggettiva).

5. USO DELLA FORMA SOGGETTIVA. La forma soggettiva si adopera regolarmente in posizione di soggetto per significare la persona che fa l’azione e, in locuzione passiva, quella che la sostiene; p. es. io leggo: io amo te: tu mi credi: egli ha paura di loro: eglino sono lodati.

§ 6. ECCEZIONI. Nondimeno, fra i pronomi di terza persona, la forma oggettiva (lui, lei, loro) si sostituisce alla soggettiva (egli, ella, elleno), quando la persona operante debba avvertirsi di più e mettersi in rilievo maggiore. Ciò accade specialmente:
dove siano più persone a contrasto o in vicendevole corrispondenza; p. es. Se esso Adamo fu nobile, tutti siamo nobili, e se lui fu vile, tutti siamo vili. Dante. – Prese la corona del ferro lui e la donna sua. Compagni. – Claudio prese la fanciulla e menavala via: lei s’atteneva al padre abbracciando e gridando. Ser Giovanni Fiorentino;
dove si debba ben distinguere e separare una persona dalle altre; p. es. Quello che lui dice, a tutti è legge. Dante. – Iddio, come tu vedi, è bene signore lui, ed è ricchissimo. Fra Giordano;
in generale, quando il soggetto sia posposto al verbo; p. es. Lasciamo fare a quello lassù. Non volete che sappia trovar lui il bandolo d’ajutarci? Manzoni. – Spiccava tra questi ed era lui stesso spettacolo, un vecchio mal vissuto. Manzoni. – Il fidarsi che anche senza licenziar la femmina si sarebbe potuto lui preservare entro i termini dell’onesto, fu la cagione di questa variazione sì luttuosa. Segneri;
dopo anche, neanche, nemmeno e simili forme avverbiali; p. es. Proferendo queste parole non sapeva nemmen lui se faceva una promessa o un complimento. Manzoni. – Messasi ancor lei a sedere. Bembo.

§ 7. Loro invece di eglino, elleno si usa regolarmente davanti al plurale signori, signore (quando si rivolge il discorso a più persone); e davanti ai numeri cardinali. P. es. Trascrivere qualcosa, perchè lor signori la correggano. Menzini. – Lor signori son uomini di mondo. Manzoni. – Avevano risoluto che loro due a parlar venissero in questo luogo. Dati.
Fuori di questi casi non è conforme all’uso de’ buoni scrittori l’adoprare le forme oggettive invece delle soggettive di terza persona; benchè il popolo toscano dica sempre lui e lei, loro, eccettuato il caso dopo l’interrogazione (p. es. che fa ella? che ci stann’eglino a fare?) e delle proclitiche gli ed e’, quando il pronome non è necessario [...]. Ed il Manzoni ne’ suoi Promessi Sposi ha seguito quasi sempre il costume popolare.

Nella pagina di Letteratura Italiana, troverete la voce EGLI del Dizionario dei Sinonimi di Niccolò Tommaseo.


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