Su it.cultura.linguistica.italiano "Julian" lamenta
... la scomparsa del tu .... sostituito dal te
Richiamo, anche a rischio di diventare monotono, osservazioni già fatte a proposito di egli – lui e di loro – gli.
Nella lingua italiana i pronomi personali obbediscono a due leggi diverse:
Queste due leggi spesso entrano in conflitto fra di loro, e producono situazioni estremamente instabili. Nella terza persona singolare la forma forte del complemento ha, nell’uso corrente, quasi completamente soppiantato la forma del soggetto: lui lei al posto di egli, ella. Al plurale, sinceramente non saprei cosa mettere al posto di loro: forse ei (e’) ed elle, già in crisi nell’Ottocento? essi ed esse, che le grammatiche consigliano solo per le cose e non per le persone? i caricaturali eglino ed elleno?
Non stupisce quindi che te per tu sia diventato così frequente nell’uso corrente, soprattutto quando non è in prima posizione: «vuoi venire te?» diceva la mia professoressa di matematica più di trent’anni fa. «Io e te» è la forma più usata, anche se in posizione scambiata resiste «tu ed io». Ma ormai la forza del te è tale che sopravvanza il tu anche in prima posizione; sentiamo frequentemente «te lo sai bene» anche se ci risulta segno di un parlare grezzo.
Legata a questa, vi è la questione dei pleonasmi; (vedi sopra il caso del ne) «te, tu lo sai bene» citato da Giovanni Zezza è forma decisamente idiomatica; ma risponde alla stessa logica che ha generato «a me mi piace», «lui, l’ho visto ieri» «io a te ti ammazzo»; forme a volte variamente connotate regionalmente, ma che affondano in uno stesso sostrato profondo. Aggiungo che in piemontese la coniugazione regolare del verbo richiede il doppio pronome: mi i son, ti it ses, chiel a l’é ecc. Dalla prima persona si vede chiaramente che il primo pronome mi (accentato) è la forma del complemento, il secondo i (non accentato) è un relitto della forma soggetto.