17 Marzo1999    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Questioni di grammatica italiana

Sullo stesso argomento: Tu e Dio

La discussione precedente sui pronomi di seconda persona è rinata pochi mesi dopo, prendendo spunto dal confronto con l’inglese «You and me». Curiosamente, mentre nel primo filone i corrispondenti erano per lo più indignati dalla sostituzione del tu con il te in funzione di soggetto, in questa seconda discussione la grandissima parte ha sostenuto che «tu ed io» assolutamente non si usa, la forma normale – corretta – moderna essendo «io e te».

Una insolita argomentazione è stata portata da Gian Carlo Pillan:

La maggioranza dice «io e te», motivo principale per cui trovo più gradevole e naturale questa forma. La prima forma [sc. «tu ed io»] per quanto possa sembrare reverenziale, non mi piace sia per questo motivo che per la sua ambiguità fonetica. Infatti non è distinguibile da «tu e Dio» e a nominare Dio invano si fa peccato quindi...

Quand’ero bambino, se mia nonna mi vedeva posare sul tavolo una posata di traverso ad un’altra, mi rimproverava aspramente: «Fa’ nen la cross!» (non fare la croce!).

Sinceramente non avevo mai sentito di questo divieto del «tu ed io» che potrebbe suonare (ma guarda uno cosa va a pensare!) «tu e Dio», probabilmente perché mia nonna parlava solo piemontese.

Ma il caso è interessante, e ci ricorda quanto tabù ed interdizioni extralinguistiche possano avere una grande influenza sul linguaggio. E non solo sul linguaggio.

Gli Ebrei ortodossi si astenevano dal pronunciare il nome dell’Altissimo; il sacro Tetragramma YHWH, ricopiato scrupolosamente sui rotoli della Legge con antichi caratteri, veniva sostituito nella lettura con altri termini, quali Adonai, e se ne dimenticò del tutto la pronuncia. Non credo che il Signore degli eserciti abbia gradito questa interpretazione così restrittiva del Suo comandamento, infatti ha voluto punire l’umanità infliggendole la molesta predicazione dei Testimoni di Geova.

Neppure il divieto del «tu ed io» mi sembra Gli sia gradito. Come castigo ci ha imposto il sintagma «io e te»: una vera maledizione di Dio.


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