Sabato 9 gennaio 1999    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

Ai pappagalli di bella dama

Concordi in parte al mio doglioso stato
indici augei, discordi in parte siete:
voi nomar nostra donna ognor solete,
io sempre in bocca ho il suo bel nome amato;

carcere a voi di sottil ferro è dato,
un crine a me, ch’ha d’or le fila, è rete;
voi di molli smeraldi il manto avete,
io di verdi speranze ho il cor fasciato.

In ciò poi nostra sorte è disuguale:
voi l’ali avete e non volate, ed io
volo co’ miei pensier senz’aver ale;

nullo è tra voi di cinguettar restio,
ed io, tanto timor quest’alma assale,
son muto in discovrir l’incendio mio.

Gian Francesco Maia Materdona

Pappagalli: Ben si addicono al secolo barocco questi variopinti psittaciformi, messaggeri da terre esotiche di moderne bizzarrie coloristiche e vocali.


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