Lunedì 12 novembre 2000    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

ΠΑΡΑΤΗΡΩΝΤΑΣ

Πίσω ἀπὸ τὶς φραγκοσυκιὲς πέρασε ὁ ἀγωγιάτης μὲ τ᾽ ἄλογό του.
Τὸν εἶδα - λέει· γνωρίζω τὶς φραγκοσυκιές· τὸν ἀγωγιάτη δὲν τὸν γνωρίζω.
Ἕνα πουλὶ πέταξε ἀπὸ τὴ στέγη· κάθησε στὸ κλαδί· πέταξε πάλι.
Μιὰ πετσέτα ἀνεμίζει στὸ σύρμα τῆς πλύσης - μιὰ γραμμὴ γαλάκια,
μιὰ κόκκινη, μιὰ πορτοκαλιά· - κυματίζουν· ἐπάνω τους διακρίνω
τὶς ἄρρυθμες χειρονομίες τοῦ ἀνέμου (τάχα ἀπειλητικές, - δὲν εἶναι).
Εἶμαι χαρούμενος ποὺ βλέπω ἀκόμη - λέει. Κ᾽ εἶμαι ἐγὼ ποὺ ὑπαγορεύω
αὐτὰ ποὺ παίζουν οἱ τυφλοὶ μὲ τὰ ὄργανά τους στὶς γωνίες τῶν δρόμων.
Τ᾽ ἀκορντεὸν κ᾽ ἡ κιθάρα εἶναι παλιὲς προσωπίδες φοβισμένων ἡρώων
γιατί, πιόπερο ἀπ᾽ ὅλους μας, οἱ ἥρωες φοβοῦνται καὶ μιμοῦνται.

Γιάννις Ρίτσος

OSSERVANDO

Dietro i fichidindia passò il carrettiere con il suo cavallo.
L’ho visto – dice; conosco i fichidindia; il carrettiere non lo conosco.
Un uccello spiccò il volo dal tetto; si posò sul ramo; spiccò di nuovo il volo.
Un asciugamani sventola sulla corda del bucato – una linea azzurra,
una rossa, una arancione; – ondeggiano; su di esse distinguo
i gesti irregolari del vento (apparentemente minacciosi, – ma non lo sono).
Sono felice di vederci ancora – dice. E sono io che dètto
quello che suonano i ciechi coi loro strumenti agli angoli delle vie.
La fisarmonica e la chitarra sono vecchie maschere di eroi spaventati
perché gli eroi, più di noi tutti, hanno paura e imitano.

Trad. di Nicola Crocetti
Musicanti ciechi. Come il suonatore di ghironda – la viola da orbo – di Georges de la Tour. Come i suoi colleghi che all’osteria si danno un fracco di botte – botte da orbi.
Come gli «orbi che sonano» che rallegrano il Campiello, e che – come precisa puntualmente il Goldoni – «non parlano».

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