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Notizie dalla Caienna
Esami di Stato (si fa per dire) 2001-2002
(quinta puntata)

Mercoledì 19 giugno 2002

5. Telefonini e mììdia

Dal punto di vista delle vostre democrazie liberali, è difficile concepire un sistema dell’informazione più bacato di quello dei Caraibi.

Non solo la maggior parte dell’editoria e dei mììdia è nelle mani del gran Barracuda, con una concentrazione di potere che sarebbe giudicata intollerabile in qualunque paese europeo. Ma anche la stampa indipendente (si fa per dire) dà tuttodì mostra di pigro conformismo.

Ad ondate annuali, alcuni temi dominano le prime pagine dei giornali. Un anno sono i furti negli appartamenti ad opera (si dice) degli Albanesi. L’anno dopo le (si dice) persecuzioni giustizialiste. Finita la serie dei figli che ammazzano le madri, è l’ora delle madri che ammazzano i figli. Più nessuno si ricorda delle stimmate del Di Bella; ecco allora che tutti si commuovono per le cure anticancro di Padre Pio.

Ma è soprattutto quando si parla di giovani che un’unica nota esce dalle trombe dei mììdia. Dopo le stragi del sabato sera, ecco la caduta dei valori. Finita la moda dell’Internèt e della gnù ecònomi, sùbito si attacca con l’èc-stasi.

Oggi sono i telefonini. Chi legge i giornali è portato a pensare che i giovani di tutta l’area caraìbica non si dedichino ad altra attività che non sia la collezione di suonerie e lo scambio di messaggi del tipo "6 BELLISSIMA", "LO SAI KE T.A.T.".

È però regola generale che il chiacchiericcio assordante, il cazzeggio insistito servano sempre a nascondere le vere notizie.

Di questo è maestra la Permanente di Ferro, che ha lanciato l’amo, e tutti i pesci hanno abboccato. Dalla lettura dei giornali dei giorni scorsi sembrava che la novità più importante del nuovo Esame (si fa per dire) di Stato fosse la guerra ai telefonini.

La copiatura nell’età della tecnologia avanzata, il microcìp al posto dei bigliettini arrotolati nel portapenne. Ecco il cappuccino dove ogni cronista a corto di idee può inzupparci per giorni e giorni la briòsc.

Tutto questo castello di chiacchiere crollerebbe di fronte a due semplicissime considerazioni:

1) Anche nell’incerta e altalenante giurisprudenza caraìbica (oggi il pendolo oscilla piuttosto a favore dei ladri che delle guardie, domani non si sa), è evidente che i Commissari d’Esame non sono Ufficiali di Pubblica sicurezza, e non hanno mandato di perquisire i candidati per scoprire eventuali telefonini nascosti sotto le vesti o nelle parti intime.

2) Con le Commissioni tutte interne, dove l’Esame si svolgerà essenzialmente su due materie: a) tarallucci, b) vino, è inutile cercare lontano, sulle alte frequenze, quello che spesso si può trovare vicino, nelle quotidiane frequentazioni.

La Permanente di Ferro ha messo le volpi a guardia del pollaio. Ha poi gridato, con voce severa: "E guai se trovo qualcuno con le penne in bocca!".

Infine se n’è andata a farsi li cazzi sua.


Questa sera, musi lunghi alla Taverna del Corsaro Azzurro.

I bucanieri si ubriacano, bestemmiano, si accoltellano, ma così, alla stracca, per abitudine, senza impegno né gioia.

La Permanente di Ferro manda bagliori rugginosi, e nessuno osa avvicinarsi.

Solo Capitan Tre-Carte-Tre-Monti è in piena forma, e parla fitto fitto con un turista giapponese. Scommetto che sta per vendergli il Triangolo delle Bermude.

Gli è che la nazionale caraìbica di freccette ha perso un torneo con l’Isola di Pasqua.


Ah, dimenticavo. Ieri ho avuto il brevetto ufficiale di Vice Presidente di commissione. La bolletta telefonica è salva.

[A seguire]


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