Alla fine, ce l’ha fatta

È ormai quasi una generazione che gli ominicchi di tutt’Italia ci pisciano addosso il loro ritornello: che cos’è la destra… che cos’è la sinistra… gnégné gnégné.

Lui, invece, non ha avuto dubbi. La destra Lui la conosce. Gli è bastato dire: o con me, o contro di me, e subito tutti si sono adeguati. La Destra? A Me!


Da mesi gli dicono di “fare un passo indietro”. Ma perché? Perché dovrebbe ascoltare quelli che gli chiedono di fare un passo indietro, ma loro, non avranno mai il coraggio di fare un passo avanti? Perché dovrebbe farsi sgambettare da Fini, un pirla che si è fatto sgambettare da La Russa?

Da settimane dicono: ci vedremo il 14 dicembre. A fare che? Era il 30 novembre che bisognava muoversi. Con le città in subbuglio, con i giovani in piazza. Ma no, il Capo ha detto: O con me, o contro di me, e tutta la truppa delle schiene di burro – anche il Capo delle schiene di burro, quello del “passo indietro” – ha detto sì. L’ha fatto lui, il passettino indietro. Sa benissimo – ne sono sicuro – che questo “sì” butta a mare tutti gli sforzetti, tutte le manovrine, tutti i ditini puntati degli ultimi mesi. Ma è stato più forte di lui. I fasci con la schiena di burro sono fatti così. Il 14 dicembre farà lo stesso. Altrimenti, sarà una seconda figura da pirla. Quello che butta la palla in rete quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita da due settimane.


Un vecchio nostalgico che scrive su it.cultura.storia.moderato ne ha detta una forte: Mussolini non ha mai sparato sulla folla. Be’, è vero, non ne ha mai avuto bisogno. Sono le mezze calzette che sparano sulla folla. Le mezze calzette come il generale Adami Rossi, che dopo il 25 luglio spara sugli operai di Torino che festeggiano la caduta del Duce. O le mezze calzette come Fini, che quando ormai la Marcia su Roma ha vinto, e non ce n’è più bisogno, manda la truppa a devastare, di notte, la scuola Diaz, per far vedere che anche lui – anche lui sa usare il manganello.

Ma gli ominicchi, le mezze calzette, i fasci con la schiena di burro, sono in ogni epoca una buona metà della popolazione italiana. È genetico. Di grandi capi, di fasci che gli basta dire: o con me, o contro di me, ne salta fuori al massimo uno per secolo. E allora i fasci con la schiena di burro si piegano. Inutile prendersela, sono fatti così.


Uno che ha capito come stanno le cose è il Grande Capo dei Balenghi Padagni. Lui saprebbe fare un passo avanti. L’ha dimostrato una volta. Ma ha capito che non gli conviene. Che non ce n’è bisogno. Che gli basta suonare la trombetta: seguite Me, che seguo Lui! e poi passare alla cassa. Il vecchio studente della Scuola Radio Elettra, il capo delle Camicie Verdi, è il secondo vincitore di questa giornata, che ha visto, perdenti, da una parte l’Università, dall’altra il capo delle Camicie Stinte.


Il povero Monicelli, lui sì che aveva le palle. Uno dei pochi. Avesse avuto vent’anni di meno, è uno di quelli che ci avrebbero guidati in Montagna. A novantacinque anni, con il cancro, l’unica Montagna che è riuscito a scalare è stata la ringhiera del balcone. Ma l’ha fatto da uomo: niente piagnistei, niente messe, niente acque benedette in articulo mortis (perché… poi… non si sa mai… brrrrr…). Ma ugualmente ha dimostrato di essere un grande Resistente. Perché le palle, o le hai, o non le hai. È genetico. E se le hai, le hai sempre: anche a novanticinqe anni, e con il cancro.


Oggi e sempre Resistenza.

1 commento su “Alla fine, ce l’ha fatta”

  1. Avevo trovato il suo primo blog con cose garbate di cultura.
    Ora su questo secondo s’è scatenata la sua vena politica polemica.
    Mi piace molto meno, soprattutto per certi giudizi pesanti (quasi volgari).
    E poi chi l’ha detto che chi protestava il 30 aveva ragione ? forse perchè eran migliaia? ma eravamo in migliaia superincazzati alla Stazione Termini di Roma con i treni in ritardo di 1-2-3 ore, alla fine di una giornata faticosa, casomai cominciata alle 5, con la prospettiva d’arrivare a casa alle 10 di sera invece che alle 7-8 come al solito, ostaggi di alcuni facinorosi che avevano occupato i binari e di incompetenti (o conniventi) ferrovieri incapaci di rimetere a posto i treni dopo ore !
    Ma in democrazia conta la maggioranza e si conta alle elezioni ? o come si fa ? Ed in democrazia si combatte democraticamente non con la piazza inferocita (più volte ad arte) ?
    Altro poi è il discorso se Berlusconi vada bene o no.
    GRazie.

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