L’uso dell’imperfetto nella protasi e nell’apodosi del periodo ipotetico dell’irrealtà viene solitamente considerato scorretto.
Vediamo in proposito il Fornaciari, nel cap. VIII della sua Sintassi:
§ 30. [A proposito delle proposizioni condizionali, pp. 412-413:] Nella terza e quarta forma si può sostituire ai tempi composti (trap. del congiunt. pass. del condizionale) l’imperfetto dell’indicativo. Se io non avessi provato, non poteva mai credere (non avrei potuto). Leopardi. - Se Lucia non faceva (non avesse fatto) quel segno, la risposta sarebbe stata diversa. Manzoni. - Io non avrei al presente questa ansietà, se io non mi intrometteva in quelle faccende che non mi si aspettavano. Firenzuola. - Braccio cercò di occupare il regno di Napoli, e se non era rotto e morto all’Aquila, gli riusciva. Machiavelli. - Se potuto aveste veder tutto, Mestier non era partorir Maria. Dante.
Si usa anche nello stesso senso il trapassato prossimo dell’indicativo; p. es. Se io era venuto (fossi venuto) un’ora prima, questo non era succeduto (sarebbe ecc.). - Avevano il giogo bello e scosso, se la prosperità non li facea trascurati. Davanzati.