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Notizie dalla Caienna
Esami di Stato (si fa per dire) 2001-2002
(undicesima puntata)

Domenica 7 luglio 2002

11. Notizie dalla Cina

La Stampa, 7 luglio 2002, p. 1:

GIORNO CRUCIALE IN CINA
TUTTA LA VITA IN UN ESAME
Francesco Sisci
Pechino

Oggi, in Cina, è il giorno in cui i templi di ogni fede si riempiono di supplicanti, tutti pregano e l’aria s’impregna di incenso bruciato. Perché oggi, in Cina, è il giorno degli esami d’ammissione all’università, quello da cui può dipendere non soltanto la vita di un ragazzo, ma la fortuna di una intera, famiglia, a volte di un intero villaggio. Chi entra all’università avrà una vita diversa, vestirà la cappa dei mandarino; chi ne resta fuori invece resterà per sempre dall’altra parte, un suddito. E qui la fortuna in Cina non è mai personale, ma di tutto un gruppo che investe e mette sotto pressione un ragazzo promettente sin dall’asilo.

Quest’anno, poi, il governo ha deciso di voltare pagina. Eviterà di mandare in tutte le scuole le tracce della prova scritta, per annunciarle in diretta televisiva. È un cambiamento radicale, che dovrebbe tarpare le ali alle polemiche che in tempi recenti si sono fatte crescenti su sospetti e imbrogli, testi trafugati e venduti, favoritismi, piccole e grandi clientele locali. Anche qui, le polemiche sugli esami non sono mai mancate. D’altra parte la prava di oggi è una specie di terno al lotto, per giunta complicato da una serie di linee preferenziali e veti incrociati: gli studenti della capitale, ad esempio, hanno da sempre una specie di prelazione sui posti della loro università.

Le discriminazioni creano però in tal modo una élite nella élite: i migliori, i più ricercati, quelli destinati alla carriera più promettente, sono gli studenti originari delle campagne. Saranno loro più dei figli dei grandi funzionari di Pechino, i dirigenti della Cina di domani. Ed è per questo che, oggi come ieri, le durissime prove di ammissione sono percepite dai cinesi come una possibilità relativamente equa di promozione sociale.

"Lo sappiamo che gli esami sono crudeli - dicono al ministero dell’Educazione - , ma c’è un modo più equo per selezionare talenti?". Da almeno mille anni, da quando i Song istituirono gli esami, i cinesi rispondono: no. Così, da allora, le mamme si accalcano fuori dalle scuole, portano acqua e panini per i figli che usciranno dalle aule come dopo una maratona. Da allora tutti piangono, si abbracciano, che sia andata bene o male. Imprecano alla fortuna o ringraziano gli dei, ma nessuno, proprio nessuno, alza il braccio contro i cento spiriti degli esami.

[A seguire]


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