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Notizie dalla Caienna
Esami di Stato (si fa per dire) 2001-2002
(decima puntata)

Sabato 6 luglio 2002

10. Intermezzo italiano

Non si fanno esami solo nei Caraibi, ma anche da voi in Italia. E anche lì si discute accanitamente se era meglio prima, se è meglio adesso.

A chi sosteneva la maggiore serietà del precedente sistema, Nicola Bortolotti ha risposto su it.istruzione.scuola parlando di qualche Presidente

che spesso iniziava la riunione preliminare con un eloquente "sia chiaro, non voglio grane"; che spesso si occupava esclusivamente della regolarità formale dell’esame; che spesso, di fronte a casi dubbi, prendeva sempre e solo le parti del povero studente; per non parlare di quelli che - beninteso pienamente giustificati - non si vedevano mai...
verissimo - dico io - ma di questo non si può far carico al povero Berlinguer. Se la categoria insegnante ha deciso di svendersi al minuto e all’ingrosso, non c’è ministro che tenga.
verissimo, - ribatte lui - ma allora perché fare carico di ogni onere alla povera Moratti?

e infatti io non accuso né l’uno né l’altra di aver provocato pioggia e nubilo e onne tempo, ma di cose ben specifiche.

Berlinguer aveva fatto una riforma importante, introducendo il sistema secondo me ragionevolissimo di un esame su tutte le materie con una commissione in maggioranza esterna. Si potrebbe discutere all’infinito sui dettagli e i tecnicismi di quell’esame, mai io continuo a sostenere che era stato un grande miglioramento rispetto alla formula della prima materia la seconda materia ecc.

Tutti sappiamo che nella conduzione dell’esame vi sono stati, da parte di molti presidenti e commissari, comportamenti poco professionali, o aperte violazioni delle norme vigenti (terze prove comunicate in anticipo ai candidati, orali solo sulla tesina ecc.). Ma identificare questi comportamenti con la riforma dell’esame significa solo dar prova di faziosità: l’illegalità non è la misura della norma. (Aggiungo a semplice titolo di cronaca che nelle commissioni d’esame che ho presieduto io queste cose non si sono viste.)

Quanto alla dissennata riforma berlingueriana dei cicli - dissennata non perché metteva un anno di più o un anno di meno di qua o di là, ma perché era ispirata a una visione puramente ideologica della scuola - io l’ho avversata fin dall’inizio, e non sono pentito di averlo fatto.

La coppia Tremonti-Moratti ha la colpa gravissima di aver sconvolto un sistema di controlli sul sistema scolastico talmente importante da essere previsto dalla Costituzione solo per risparmiare un pugno di quattrini - ed anche, temo, per un puro desiderio di rivalsa, per far vedere com’era facile disfare quello che Berlinguer aveva fatto.

(Poiché lavoriamo per la gloria, ma abbiamo purtroppo il vizio di mangiare tutti i giorni, perdonatemi se aggiungo che Tremonti e Moratti mi hanno sfilato dalla busta paga, a parità di lavoro, un milioncino di vecchie lire.)

Di quest’atto, che è l’unico rilevante in un anno di gestione della scuola superiore pubblica da parte della destra, io li considero responsabili.

Di altro non posso né accusarli né scusarli, perché, a parte una montagna di chiacchiere, mi sembra che finora altre cose importanti da quel Ministero non siano venute.


Note:

è lo stesso desiderio di rivalsa che porta l’attuale governo a perseguire a tutti i costi (e che costi!) una riforma dell’art. 18 di ben scarsa utilità Torna al testo ^

 


Al-Farid ha scritto su it.istruzione.scuola:
Pistone non ha tutti i torti circa le "svendite" ma dimentica troppo facilmente le forti pressioni promozioniste di quel periodo. Qualcosa al riguardo dovrebbe comunque essere ancora leggibile proprio nel sito di Pistone, al quale vorrei comunque ricordare la metafora berlingueriana dell’autobus.

Recentemente si sono fatte grandi celebrazioni, tardive e un po’ ipocrite, degli 11 docenti universitari che rinunciarono alla cattedra per non prendere la tessera del Fascio.

Le pressioni promozioniste?

Se ci fosse un nuovo fascismo, quanti non calpesterebbero donne e bambini pur di arrivare primi a prendere la nuova tessera?

(Un nuovo fascismo? Ma cosa dici, Pistone?)

 


Antonia Belletti ha scritto su didaweb@yahoogroups.com:

Cari colleghi, questa mattina nella mia commissione d’esame sono iniziati gli orali, (tre mie colleghe, siamo in 8, non hanno mai fatto esami)... la mia non è una commissione d’esame ma un’armata Brancaleone, dove ognuno ha una propria personalissima opinione su cos’è un esame di stato e come si deve svolgere.....tra un candidato e l’altro ci siamo azzuffati con urla e strepiti su cosa deve appunto essere l’esame di stato.....nella discussione (si fa per dire... erano più strilli da fiera che discussione tra intellettuali) sono prevalsi due gruppi: l’uno sosteneva che "noi siamo i loro (degli studenti) insegnanti, li conosciamo bene, non abbiamo bisogno di interrogarli per sapere che voto dare, pertanto (la collega di matematica) invece di interrogare chiedeva cosa vorranno fare da grandi e quali discipline hanno preferito nel corso dei 5 anni (per scoprire con suo disappunto che tra le preferite, la matematica non figura mai), oppure alla meglio, alziamo il voto perchè durante l’anno la fanciulla è sempre andata meglio e oggi.... ha giocato l’emozione; l’altro gruppo sosteneva che noi dobbiamo giudicare le prestazioni dell’esame dove l’alunno mette in gioco non solo il suo "sapere" e il suo "saper fare", ma anche il suo "saper essere" inteso come "saper gestire l’imprevisto, saper dominare le proprie emozioni, saper calibrare le proprie affermazioni, ecc., perchè questa sarà la realtà quotidiana, dopo le superiori, mentre il loro impegno scolastico pregresso è rappresentato dal credito scolastico con cui si presentano all’esame.

Personalmente sostengo quest’ultima tesi. Gradirei sapere voi, nelle vostre commissioni come vi state comportando.

Io mi trovo in una situazione particolare, avendo una Commissione di soli privatisti con Commissari tutti esterni. Ma non mi stupisco di queste notizie.

In generale io penso che:

  1. è inutile voler raddrizzare le gambe ai cani, ognuno agisce come gli detta la coscienza e l’esperienza, poi alla fine si vota, e si accettano i risultati delle votazioni senza farsi il sangue marcio
  2. non è questa l’unica circostanza in cui la Moratti - chissà quanto consapevol-mente! - ci ha messi nella condizione di dover litigare fra di noi - pensiamo alla faccenda delle ore residue, a settembre scorrerà il sangue.

[A seguire]


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