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Con il suo sorriso contornato e il suo fagottino di idee, Letizia Moratti è ancora lì, dopo Cento Giorni, come il primo giorno. Non sa che cosa farà, ma sa che lo farà con grande determinazione. Per intanto, ha cardato e pettinato il suo eloquio per adeguarlo agli stilemi e all’idioletto di quel Ministero che fu di Francesco De Sanctis e di Luigi Sullo.

Durante il Maurizio Costanzo Show ha arricchito di contenuti le dichiarazioni rese al Senato: «Ho accettato l’incarico di fare il ministro senza una mia idea dell’istruzione. Non sarà quindi - ha concluso - la mia riforma della scuola, bensì quella che uscirà dal confronto con la società civile e con tutte le componenti interessate. Proprio per questo ho messo in moto un percorso di ascolto tra le scuole, per vedere, sentire le esperienze eccellenti e le situazioni di disagio sulle quali intervenire. Non bisogna cancellare tutto, ma patrimonializzare quanto di positivo è stato già fatto, continuando nel miglioramento».

[La Repubblica, mercoledì 26 settembre 2001, p. 37]

Mercoledì 26 settembre 2001    scrivimi@mauriziopistone.it    strenua nos exercet inertia    Hor.

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